Il capogruppo del Pd di Modica, Ivana Castello, ha presentato interrogazione al sindaco di Modica sulle vicende di un debito comunale verso l’Enel, da pagare in sei rate.
Ecco il testo
Signor Sindaco,
nel 2013 il Consiglio comunale ebbe modo di plaudire ad una sua iniziativa: l’amministrazione aveva un debito di 19.866.525,38 euro, e lei riuscì a concludere una transazione, con Enel Energia s.p.a., favorevole ai cittadini. Il debito, da 19.866.525,38 euro fu concordato e ridotto a 16.300.000,00. Il risparmio ammontava a (19.866.525,38 – 16.300.000,00=) 3.566.525,38 euro. Un bel colpo, se così posso esprimermi. Per memoria si decise di pagare l’importo in sei rate, come precisato nell’ultima colonna del prospetto che segue e che, a quel tempo, ebbi occasione di elaborare:
Rata
Scadenza
Capitale residuo
Importo rata
Interesse
Importo rata
Prima
10/12/2013
16.300.000,00
13.000.000,00
=
13.000.000,00
Seconda
31/01/14
3.300,.000,00
1.000.000,00
=
1.000.000,00
Terza
30/11/2014
2.300.000,00
575.000,00
53.624,66
628.624,66
Quarta
30/11/2015
1.725.000,00
575.000,00
53.624,66
628.624,66
Quinta
30/11/2016
1.150.000,00
575.000,00
53.624,66
628.624,66
Sesta
30/11/2017
575.000,00
575.000,00
53.624,66
628.624,66
Totali
=
16.300.000,00
214.498,63
16.514.498,63
Fonte: elaborazione su dati riportati nella delibera Cons. com. n. 89 del 10/12/2013
Erano sei rate: la prima di 13 milioni tondi da versare immediatamente; la seconda di un milione con scadenza a un mese e venti giorni; la terza di 628.624,66 con scadenza al 30 novembre 2014 (dieci mesi esatti dopo la seconda) e le restanti tre, tutte di 628.624,66 euro, a distanza di un anno l’una dall’altra. In totale 16.514.498,63 euro. La cifra non coincide coi 16.300.000,00 formalmente concordati, poiché è stata accresciuta degli interessi di rateizzazione.
Nell’accordo transattivo fu concordata anche un’espressione di portata non secondaria per l’evoluzione del rapporto:
« (…) nel caso in cui l’Ente (il Comune, n.d.r.) non paghi puntualmente ed integralmente anche una sola delle rate sarà facoltà del fornitore dichiarare l’Ente decaduto dal beneficio del termine e/o dichiarare il presente accordo risolto ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1456 del Codice Civile fatto salvo il riconoscimento del debito di cui sopra e ripristinandosi in tal caso lo stato originario dei Crediti e la maturazione degli interessi di mora al tasso di cui al D. Lgs. 231/2002 o al diverso tasso previsto dalla legge per i crediti c.d. di “salvaguardia”. Resta inteso che sino a quando il Fornitore non eserciti tale facoltà, sugli importi non pagati tempestivamente dall’Ente matureranno interessi di mora al tasso di cui al D. lgs. 231/2002 o al diverso tasso previsto dalla legge per i crediti c.d. regime di “salvaguardia”».
Per la storia, lei ha pagato le prime quattro rate per un totale di 15.257.249,32 euro, pari al (15.257.249,32 : 16.514.498,63) 92,39% del debito e, subito dopo, ha mandato tutto a gambe per aria. Se avesse stretto i denti con le spese «stupide» (lei sa a che mi riferisco), solo per 628.624,66 euro, oggi avremmo un debito in meno e tre milioni e mezzo in più nelle casse o in contabilità. Con questa scelta, invece, per non pagare poco più di mezzo milione, la Città se ne trova sulle spalle, oltre alla rata non pagata (628.624,66 euro), altri tre milioni e mezzo. E dire che quanto a spese non se ne fa mancare. Debbo pensare che questo danno ai cittadini lo ritiene secondario rispetto a qualche altro obiettivo che lei persegue? Vuole spiegare a me e ai cittadini quali sono le ragioni delle spese che in atto sta compiendo e perché preferisce compierle anziché chiudere con serietà la transazione, apprezzata per altro dagli stessi cittadini?
Naturalmente l’Enel (e per esso la Banca cessionaria) si è fatta sentire. Poche parole giusto per denunciare l’inadempimento:
«(…) facciamo seguito alla transazione in oggetto per segnalarVi che, nonostante numerosi solleciti al Vs. Ente, Banca Sistema S.p.A. (la “Banca”) alla data convenuta del 30 Novembre 2016 non ha ricevuto il pagamento della Rata n. 5, per un importo di Euro 628.624,66 (…). Tutto ciò premesso, in ragione del Vostro mancato adempimento degli obblighi di pagamento, siamo costretti a comunicarVi l’intervenuta risoluzione di diritto della Transazione ai sensi dell’art. 1456 c.c., avvalendoci della clausola risolutiva espressa in essa prevista. Per effetto dell’intervenuta risoluzione, tutti i crediti e relativi accessori devono intendersi ripristinati nello stato antecedente la stipula della Transazione, con la conseguenza che l’importo incassato è stato imputato ai sensi degli artt. 1193 3 1194 del codice civile. Nelle prossime comunicazioni provvederemo a fornirVi il dettaglio delle allocazioni effettuate come da Codice civile.»
Ciò che tuttavia impressiona è la frase di apertura:
« (…) facciamo seguito alla transazione in oggetto per segnalarVi che, nonostante numerosi solleciti al Vs. Ente…» il seguito è nel riporto che precede. «Nonostante numerosi solleciti»: ma lei ha risposto ai solleciti? Che ha detto se ha risposto? O non ha nemmeno risposto? Vuol dirmi il contenuto delle risposte e i numeri di protocollo di esse? Ai cittadini dobbiamo dire qualcosa. Possiamo anche dire che il sindaco ha risposto, si è scusato e ha offerto il pagamento ad una qualche data non accolta. Insomma, si è prodigato per non danneggiare la cittadinanza? Perché è è falso, sotto il profilo elettorale, dire che abbiamo concluso una transazione per far risparmiare i cittadini e poi lasciarne vanire i benefici e aggiungere altre voci di spesa a quelle, vanificate, che s’è annunciato di aver risparmiato. Oggi lei ha portato la città ad un traguardo: ha fatto rinascere i costi che ha detto di aver transatto nel 2013, e ne ha aggiunto ulteriori per mora e, direi, varie prese per i fondelli. E c’è dell’altro. Si è presentata come un salvatore della patria per aver eliminato debiti costituiti dalla precedente amministrazione, ma ne ha, subito dopo, costituito ulteriori. Tra il 2014, il 2015, il 2016 e il 2017, su venti milioni e passa di spesa per energia elettrica ha pagato appena 100.993,68 euro, per cui la prima cosa che salta all’occhio è che il mestiere di salvatore della patria non le si addice. Se poi guardiamo alle cifre nel loro complesso non ne parliamo. A fronte di una spesa impagata, cioé di un nuovo debito, di 20 milioni, lei ha pagato15 milioni di debiti arretrati per cui la situazione è sintetizzabile nelle seguenti smunte cifre:
– 20 milioni sono stati costituiti come nuovi debiti a carico del consumo energetico comunale;
– i quindici milioni pagati, se sono stati pagati coi fondi ex D.L. n.35/2013, permangono come debiti, con la differenza che prima si dovevano pagare all’Enel ed oggi si debbono pagare alla Cassa Depositi e Prestiti;
– almeno 5 milioni del debito transatto sono rimasti impagati.
Nel complesso lei ha aggiunto, alla situazione debitoria comunale, limitandoci all’analisi dei soli costi energetici, ben 25 milioni. Quelli che invece ha pagato, avrebbe dovuto pagarli coi fondi del D.L. n. 35/2013. Il che induce a queste osservazioni:
1) la sua amministrazione non ha pagato un centesimo dei soldi che i cittadini le hanno affidato per pagare il servizio di illuminazione;
2) la situazione debitoria comunale, sotto la sua sindacatura, si è aggravata;
3) negli anni ’14-’17, su una spesa totale di venti milioni verso l’Enel, ha pagato solo 100.993,68 euro. Praticamente niente. Ha costituito, dunque, 20 milioni di nuovi debiti, a cui vanno aggiunti quelli maturati nel 2013.
Il saldo complessivo è negativo per l’ente Comune e per i cittadini che, avendo pagato le tasse, si ritrovano ingroppati di un ulteriore debito; è positivo per lei perché le spese (clientelari?) andranno a frutto nelle prossime elezioni. Le domando: perché, avendo ricevuto quanto di dovere dai cittadini, non ha pagato l’energia consumata? Tenga conto, nel formulare la risposta, che per il pagamento dei debiti maturati sino al 2013 il Comune aveva già chiesto l’anticipazione ex D. l. n. 35/2013.
Risponda al primo Consiglio utile.
Ivana Castello
Capogruppo consiliare del PD