Sulla questione del bilancio comunale di Monterosso Almo ed ai possibili interventi per sistemarlo, lo storico professore Giuseppe Scollo, nel corso di una lunga intervista, esprime alcune opinioni sulla questione. “Le casse comunali, grazie alla gestione poco accorta della passata amministrazione, oggi sono vuote. Nella seduta del nuovo consiglio comunale di martedì 8 agosto – afferma Scollo – si è parlato del loro risanamento e il primo provvedimento che la nuova amministrazione ha detto di voler prendere a tale scopo sarebbe l’accorpamento della scuola elementare con la scuola media e di alcuni uffici comunali in modo da risparmiare alcune spese di gestione. E’ evidente, però, che un simile provvedimento da solo non può bastare assolutamente per potere recuperare i circa due milioni di debiti del Comune.
Ci vorrebbe, invece, un articolato piano di risanamento finanziario che tagli i tanti sprechi e non penalizzi i servizi utili alla cittadinanza. Le spese per la gestione di due edifici scolastici, quello della scuola elementare e quello della scuola media, infatti non sono uno spreco, ma una necessità per una buona formazione dei bambini e dei ragazzi del paese. Mettere insieme gli alunni dalla prima elementare sino alla terza media, non è consigliabile per due motivi: perché la mescolanza di alunni di età molto diversa potrebbe creare problemi di bullismo e perché restringerebbe il numero delle aule a disposizione degli alunni per la realizzazione delle varie attività previste dalla scuola, privando così gli alunni stessi di alcune opportunità di apprendimento molto utili per la loro crescita. La scuola moderna infatti non è più basata come una volta solo sulla lezione frontale. Se dunque si vogliono risparmiare veramente delle spese ci sarebbero tanti altri campi in cui si potrebbero e si dovrebbero fare dei tagli senza arrecare alcun danno alla collettività. Il compito di una buona amministrazione infatti dovrebbe essere quello di mettere al primo posto gli interessi della collettività e non quelli di alcune persone o gruppi di persone. Da alcuni di questi campi anzi, se amministrati bene, il comune potrebbe anche ricavare dei fondi: basterebbe solo avere un po’ più di coraggio e di lungimiranza. Si potrebbe, a esempio, razionalizzare meglio l’utilizzo del personale comunale; si potrebbero valorizzare meglio alcuni importanti edifici comunali – continua lo storico Giuseppe Scollo – in modo che possa beneficiarne tutta la cittadinanza, anziché concederli a privati con canoni irrisori; si potrebbe anche concedere a privati l’uso occasionale di alcuni altri locali comunali facendo pagare una cauzione, anziché concederli gratuitamente. Si potrebbe curarne meglio la manutenzione anziché trascurarli e poi moltiplicare le spese per rimetterli in sesto. Se poi il comune non riesce a sfruttarne alcuni, potrebbe anche venderli anziché farli cadere a pezzi e farne cadere anchee il valore: vedi l’ex convento di S. Anna, edificio di grande valore storico, anche se è privo di decorazioni, come del resto tutti gli edifici francescani. Si potrebbero controllare meglio i contatori dell’acqua in modo che tutti paghino le bollette. Si potrebbe risparmiare sullo spreco di energia elettrica diminuendo l’illuminazione di alcune strade fuori del centro abitato. Si potrebbe cominciare a fare pagare il suolo pubblico a chi lo occupa gratuitamente; si potrebbe redigere e applicare un regolamento per lasciare liberi i passi carrabili; si potrebbe fare osservare il regolamento di polizia rurale per controbattere efficacemente il pascolo abusivo stabilendo delle multe sostanziose per chi lo trasgredisce; si potrebbe regolamentare meglio il traffico e il posteggio selvaggio con delle multe per chi trasgredisce; si potrebbe infine fare un inventario dei beni del comune e delle suppellettili degli uffici evitando in questo modo che scompaiano senza che nessuno sappia o dica qualcosa. Questo tipo di regolamentazione non è una cosa dell’altro mondo, ma viene praticata in tante altre città ben governate. Bisogna cambiare insomma cultura e far capire ai cittadini che pagare le giuste imposte non è un sopruso da parte di una amministrazione, ma un dovere civico per attuare i servizi utili ai cittadini stessi. Ormai infatti non si può più fare affidamento sui trasferimenti della regione come una volta, ma bisogna attivarsi per fare fruttare le proprie risorse. Bisogna uscire dalla logica dell’assistenzialismo ed entrare in quella della produttività accompagnando il piano di risanamento con un adeguato piano di sviluppo, altrimenti il paese continuerà a deperire. Se si usasse questa linea si rientrerebbe nella legalità, ci guadagnerebbero le casse comunali e ci guadagnerebbero tanto anche i cittadini potendo avere servizi migliori e si potrebbe dare al paese un’immagine più accogliente anche per incrementare il turismo. Purtroppo, però, pare che prevalga ancora la vecchia cultura politica, quella cioè di non scegliere per non scontentare nessuno, ma in realtà scontentando tutti. Sotto quest’ottica la scuola può stare all’ultimo posto nella sfera degli interessi politici, infatti togliendo qualche privilegio a qualcuno si potrebbero perdere dei voti, ma togliendo un servizio scolastico ai nostri alunni non si scontenta nessuno e non c’è poi nemmeno il pericolo che venga a mancare qualche voto: gli alunni delle nostre scuole – conclude il professore Scollo – infatti non votano, però nessuno si pone il problema che questi alunni sono il futuro del paese e se vengono privati di una opportunità di apprendimento ne risentiranno poi quando saranno più grandi. Questo dimostra, fra l’altro, che manca anche una oculata lungimiranza e che ci si sofferma solo ad amministrare il presente senza preoccuparsi troppo del futuro del paese e dei nostri figli.” Su quanto espresso dal professore Scollo si potrebbe aprire un dibattito ” costruttivo ” per meglio affrontare la cruda realtà. Sarà importante a tal proposito ascoltare il pensiero degli amministratori.