Il tema della violenza sulle donne, per il quale il 25 novembre scorso si è celebrata la giornata internazionale, ha registrato oggi nella sede della Cgil di Ragusa un momento di partecipata riflessione con l’iniziativa che ha preso il nome di “Amami da Vivere” che ha visto nel salone delle assemblee un folta partecipazione di donne e di uomini.
Si è tratto di un vero e proprio seminario in cui l’uditorio ha potuto partecipare con le proprie valutazioni sulla questione e sollecitato dalle argomentazioni di Augusto Cavati, filosofo siciliano e fondatore dell’associazione “Noi Uomini a Palermo”, ha potuto sviluppare vari temi sul fenomeno.
L’incontro, moderato da Daniela Pappalardo ( Valeria Firrincieli che aveva organizzato l’iniziativa è stata costretta a casa a causa di un attacco febbrile) si è aperto con una riflessione del segretario generale della Cgil di Ragusa,Peppe Scifo, che sul fenomeno della violenza sulle donne valuta che molto lavoro c’è da fare e che non riguarda solo il sindacato. La famiglia e la scuola devono giocare un ruolo da protagoniste nell’approccio culturale nel rapporto uomo-donna.
La risposta dell’istituzione su questo tema è debole. Il legame tra sfruttamento della donna nell’ambiente di lavoro si è coniugato spesso con lo sfruttamento sessuale e questo imporrebbe un energico e urgente potenziamento del circuito della protezione. Il territorio ibleo ha attualmente sette posti letto per le emergenze e sono sempre occupati: altri centri si trovano a seicento chilometri di distanza e questo comporta il naturale allontanamento della vittima dal suo ambiente lavorativo e sociale. Questo, dunque pone la necessità di attrezzarsi perché questo limite debba essere superato e colmato.
La Cgil ha postato sul sito Facebook della Cgil Ragusa il video di sua produzione “Le mani sull’amore” che è un corto che descrive una situazione giovanile di violenza sulla donna con protagonisti studenti del Liceo di Ragusa e che sta ottenendo numerosi apprezzamenti.
Molto partecipato il dibattito che si è aperto sulle riflessioni di Augusto Cavati che ha posto gli accenti sul rapporto uomo-donna con un fondamento maschilista e patriarcale che arriva sino a noi con usi, costumi, linguaggi familiari che continuano a condizionare il ruolo della donna che rimane figlia di…, moglie di…
Questo clima d’inferiorità finisce con il favorire nei fatti la violenza, dove dietro c’è l’idea che si ha della donna.
Basti pensare che il diritto di voto la donna lo conquista nel 1946. Sino a cinquant’anni fa la donna non poteva entrare nei ruoli della magistratura in quando non ritenuta capace di quell’equilibrio utile a esprimere sereni giudizi. Sino al 1968 la legge consentiva il delitto d’onore.
Tutto ciò ha determinato premessa e conseguenza per un clima che si continua purtroppo a respirare attorno alla donna che va invece compresa e aiutata perché si consolidi il ruolo nella famiglia, nella società e soprattutto nella politica.