Una nuova mostra evento promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi, una mostra che sarà una delle attrattive culturali più significative del Sud Est siciliano. Dal 22 dicembre l’ex convento del Carmine di Modica (piazza Matteotti) ospiterà la personale del maestro Sandro Bracchitta dal titolo “Incisioni” in cui i visitatori potranno scoprire le fasi principali che hanno contribuito a costruire il solido percorso professionale iniziato 20 anni fa dall’autore.
Le opere in mostra, datate 1997-2017, testimoniano l’evoluzione di una complessa ricerca stilistica realizzata attraverso la tecnica dell’incisione, generalmente considerata di nicchia ma che trova grande apprezzamento da parte di rinomati artisti contemporanei, e che vede in Bracchitta uno dei maestri più esperti a livello internazionale.
La mostra, patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Palermo e dalla Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino, è curata dal critico d’arte Paolo Nifosì e dal sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi Tonino Cannata. Il catalogo, in italiano e in inglese, è a cura di Salarchi Immagini, con testi critici di Paolo Nifosì, Loredana Rea e Daniela Vasta.
“Incisioni” racchiude in sé tre percorsi. Il primo è legato ai luoghi fisici di questi 20 anni di attività e ripercorre le varie tappe vissute da Bracchitta, dalla sua permanenza a Wolfsburg in Germania fino all’esperienza al Guanlan International Residency Base Program in Cina dello scorso anno. Il secondo percorso evidenzia la vera e propria evoluzione artistica del maestro siciliano, caratterizzata da forme simboliche quali la ciotola, primo elemento contenitore, la veste, simbolo della donna intesa come madre creatrice, la sedia, contenitore dell’attesa, la casa, contenitore sacro dell’uomo stesso. Infine il terzo percorso consentirà al visitatore della mostra di rivisitare, e così conoscere, le tappe che costituiscono la creazione di un’opera, dal bozzetto fino al buono di stampa e alla stampa definitiva: dalla matrice all’opera finale, il pubblico potrà rendersi conto del lungo lavoro preparatorio che risiede dietro ogni realizzazione, quasi ritrovandosi nello studio dell’artista, tra pressa e colori.
Al centro di tutto la continua ricerca che, se da una parte ha mantenuto in questi due decenni codici linguistici forti, definitivi e chiari sin dall’origine, dall’altra è ancora in evoluzione.
La mostra resterà fruibile fino al 4 febbraio per poi, a luglio, spostarsi alla Fondazione Umberto Mastroianni.