Mai più spazi pubblici a chi non rinnega il fascismo. Ragusa, i Consiglieri D’Asta e Chiavola: “Il comune segua l’esempio di Reggio Calabria”

Mario D'Asta e Mario Chiavola Pd Ragusa

“Chiediamo all’amministrazione comunale di Ragusa di dare un segnale forte contro il fascismo. E, così come ha già fatto il Comune di Reggio Calabria, di predisporre una delibera di regolamento per non concedere mai più immobili, sale istituzionali, spazi pubblici e strutture comunali, anche destinate ad attività sportive, teatrali, spettacolistiche,

culturali o di rappresentanza, ad organizzazioni o associazioni che si richiamano in maniera diretta all’ideologia fascista, anche attraverso linguaggi, rituali, simboli, o che facciano riferimento a discriminazioni razziali, etniche, religiose, sessuali, di lingua o di opinioni politiche. Riteniamo questo passaggio di fondamentale importanza per il futuro della nostra vita democratica”. E’ il senso dell’intervento dei consiglieri comunali del Pd, Mario D’Asta e Mario Chiavola, che annunciano la presentazione di un ordine del giorno sul delicato argomento. “Solleciteremo la commissione Affari generali – affermano i due rappresentanti dem – a farsi promotore della creazione di un regolamento ad hoc che possa impegnare il Comune di Ragusa a mettere al bando, in maniera definitiva e duratura, il fascismo in ogni sua forma anche quando l’ideologia razzista e xenofoba si ammanta attraverso sigle e movimenti apparentemente democratici. Lo riteniamo un passo indispensabile a maggior ragione in un momento storico in cui le cronache nazionali degli ultimi giorni riportano all’attenzione dell’opinione pubblica una questione tutt’altro che superata. Ecco perché tocca alle istituzioni, oltre che condannare determinati atti, definire provvedimenti concreti che pongano un argine a difesa del diritto, secondo i principi espressi dalla Costituzione antifascista”. Secondo la delibera approvata al Comune di Reggio Calabria, tutte “le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche dovranno contenere la specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesti di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana secondo la quale è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista; l’articolo 3 della Costituzione Italiana; la legge n° 645 del 20 giugno del 1952; la legge n° 654 del 13 ottobre 1975; la legge n° 205 del 25 giugno 1993 ed i principi espressi nell’articolo 293 bis del Codice Penale introdotto dalla proposta di legge Fiano”. “Riteniamo che anche al Comune di Ragusa – concludono D’Asta e Chiavola – sia opportuno attivare un provvedimento analogo”.

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