“Excusatio non petita, accusatio manifesta”. Usa una locuzione latina il vicesindaco del Comune di Ragusa, Giovanni Cosentini, per rispondere alle riflessioni dell’assessore provinciale Salvo Mallia sull’Ato idrico. “Lungi da me – chiarisce Cosentini – l’idea di disturbare il manovratore. Da soggetto politico, da amministratore della città capoluogo, che, vale la pena ricordarlo, in seno all’Ato idrico detiene il 21,49% delle quote, nonché da conoscitore della materia, ho inteso portare avanti una valutazione ad ampio raggio per porre all’attenzione della nostra comunità una problematica seria e che deve essere affrontata una volta per tutte. E in questo, l’assessore Mallia sia sicuro, la concertazione con l’assessore delegato del mio Comune è assoluta e totale. Mentre non colgo parole altrettanto rassicuranti sul contenzioso con l’Acoset”. Cosentini prosegue. “Con le mie affermazioni non volevo attribuire pagelle a chicchessia ma mi preoccupa la replica di Mallia quando sostiene che si sta operando per la creazione della società in house. Siamo riusciti miracolosamente a superare i motivi della deroga? E ammesso, e non concesso, che questi motivi esistano, riusciranno a sostenere la dura prova della verifica o rischiamo, piuttosto, una bocciatura sonora da parte dell’Agcom? Abbiamo già perso due anni e mezzo per portare avanti una idea che rischia di non rivelarsi buona, e ce lo dice la normativa vigente, per tutta una serie di ragioni. Ritengo che nessuno possa innamorarsi di una idea e sposarla per forza. Se, per caso, la strada intrapresa non ha i presupposti per poter essere concretizzata, bisogna avere il coraggio di chiedere scusa, ammettendo che si è sbagliato”. Il riferimento è al regolamento di attuazione dell’articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito, con modificazione, dalla legge 6 agosto 2008, n.133, e successive modificazioni in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica. Oltre ad essere specificato che la società a capitale interamente pubblico è giustificata qualora ricorrano oggettive condizioni tecniche ed economiche, viene richiesto, dal regolamento di attuazione, all’articolo 4, comma 2, la chiusura dei bilanci in utile, il reinvestimento nel servizio almeno dell’ottanta per cento degli utili per l’intera durata dell’affidamento, l’applicazione di una tariffa media inferiore alla media di settore, il raggiungimento di costi operativi medi annui con un’incidenza sulla tariffa che si mantenga al di sotto della media di settore. Tutte condizioni che l’Ato idrico Ragusa società in house difficilmente riuscirà a rispettare. “Ecco perché sostengo – dice ancora Cosentini – che la società in house non è praticabile. Ecco perché lancio la proposta di un dibattito ad ampio respiro che coinvolga non solo i sindaci e le maggioranze politiche dei vari comuni ma anche tutte le espressioni della società civile. Indistintamente. Mettiamo da parte le polemiche e verifichiamo, piuttosto, la possibilità di tenere un appuntamento di grande confronto, degli stati generali sulla gestione delle risorse idriche. E’ opportuno farlo perché queste scelte si ripercuoteranno sugli amministratori e sui cittadini. E anche perché non è consentito perdere altro tempo che finirebbe col portarci via ogni opportunità di utilizzo dei fondi comunitari”.
RAGUSA: ATO IDRICO, NUOVE PROSPETTIVE COSENTINI: “NON PRATICABILE LA SOCIETA’ IN HOUSE CI VUOLE UN GRANDE MOMENTO DI CONFRONTO PUBBLICO PER RIFLETTERE”
- Marzo 13, 2010
- 10:36 am
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