CASO STUPRO DI SCICLI. IL SINDACO DI RAGUSA DIPASQUALE STIGMATIZZA LE DICHIARAZIONI DIFFUSE DALLA STAMPA DEL SOTTOSEGRETARIO MARTINI

In relazione al deprecabile episodio di violenza carnale accaduto presso la guardia medica di Scicli il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha diramato alcune dichiarazioni diffuse dalla stampa nazionale attraverso cui definisce la nostra area “a rischio e connotata da un evidente stato di degrado sociale in cui la garanzia dell’incolumità pubblica viene disattesa”. Non è la prima volta che il sottosegretario interviene con dichiarazioni infelici, gratuite e inopportune contro tutta la classe politica iblea e questa parte di territorio, così come è stato per il tragico episodio di cui è stato vittima il piccolo Giuseppe Brafa.
E’ la dichiarazione amara del sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, dopo avere appreso da fonti di stampa delle dichiarazioni del sottosegretario Martini.
Queste gravi asserzioni – ribadisce il sindaco – inducono questo Comune a dare mandato al proprio ufficio legale affinché venga valutato un percorso per far valere in sede giudiziaria il danno di immagine arrecato a tutta le città iblee che si sono sempre contraddistinte per la bellezza dei siti e le politiche centrate sull’accoglienza, la sicurezza e la promozione del territorio. Ritengo che quanto esplicitato dal sottosegretario Martini rappresenti un’azione mirata volta a squalificare e a danneggiare una comunità che ha investito ed investe sul turismo come grande opportunità di sviluppo economico. Invito i sindaci dei comuni iblei, le organizzazioni di categoria e tutti i soggetti impegnati ad investire risorse sul territorio ad intraprendere analoghe iniziative per impedire a rappresentanti di governo di arrecare impunemente offesa e danno al nostro territorio.
Quanto dichiarato dal sindaco è anche oggetto di una nota ufficiale che verrà inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti della Camera e del Senato, ai Ministri Prestigiacomo ed Alfano e per conoscenza al Prefetto di Ragusa.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa