I salti di qualità chiedono sempre un grado di consapevolezza più profondo dei rischi e delle opportunità che il futuro propone. Parte da questa considerazione il corso di formazione che Confeserfidi ha iniziato nei giorni scorsi per i propri dipendenti e collaboratori, grazie al finanziamento Fon.Ter, il fondo interprofessionale di Confesercenti per la formazione continua del personale. Il dottore Fabio Firullo, risk manager della Banca Agricola Popolare di Ragusa, ha introdotto il corso di formazione con l’obiettivo di formare i dipendenti Confeserfidi alle nuove logiche introdotte da Basilea 2. “L’opportunità per i Confidi di trasformarsi in intermediario finanziario, comunque non bancario, offre una serie di possibilità, prospettive e incombenze che richiedono una struttura di risk management efficiente, che riesca a quantificare i rischi connessi all’erogazione dei prestiti”, ha spiegato Fabio Firullo. “I Confidi dovranno cercare di adottare le stesse logiche di prudenza del mondo bancario”. Firullo si occupa, per conto di Bapr, della gestione rischi derivanti dagli affidamenti bancari, del presidio dei rischi derivanti dalla concessione dei prestiti, attraverso l’analisi dei mercati finanziari, del monitoraggio dell’andamento delle potenziali perdite che l’istituto di credito, a causa di un affidamento poco oculato, può subire. “Con l’avvento di Basilea 2, la stima dei rischi assume un’importanza rilevante”, chiosa Firullo. Esistono criteri di valutazione del rischio quantitativo e qualitativi. Tra i primi, “i valori fondamentali del bilancio di un’impresa, il rapporto andamentale, ovvero l’andamento del conto corrente, il suo utilizzo”. Ma esistono anche criteri qualitativi che contribuiscono a dare un rating all’impresa affidataria di un prestito: “Per valutare il merito di credito di un’azienda, occorre tenere conto della qualità management, della prospettiva economica dell’impresa, della sua capacità di muoversi sul mercato”. Insomma, i freddi dati di bilancio non bastano ai fini di una valutazione compiuta. Il presidente di Confeserfidi, Bartolo Mililli, sottolinea l’importanza della nuova frontiera rappresentata dal corso di formazione, tanto più alla luce del fatto che il risk management sino ad oggi non ha rappresentato, per i Consorzi Fidi, un dovere imposto da una norma cogente. “In questo –spiega Mililli- c’è un’ambizione e una tensione verso la qualificazione di Confeserfidi, sino a livellarne i livelli di affidamento agli standard bancari. Il corso vuole formare i nostri dipendenti alla cultura del controllo e della sana e prudente gestione ex art. 105 del Testo unico bancario, una funzione trasversale alle altre, con l’obiettivo di prendere decisioni coscienti, informate a un regolamento delle politiche del credito”.
CONFESERFIDI: UN CORSO DI RISK MANAGEMENT In vista del riconoscimento di intermediario finanziario ex art. 107, iniziato un corso di formazione sul “risk management” per i dipendenti e i collaboratori
- Settembre 10, 2007
- 11:14 am
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