“Gli ispettori Inps sono pervenuti ad una singolare conclusione. Pur in presenza di un contratto valido ed efficace, come del resto riconosce l’Inps stesso, essendo le retribuzioni previste superiori ai minimali stabiliti di anno in anno con proprie circolari, l’istituto sceglie di revocare la fiscalizzazione, pur non trovandosi in presenza di alcuna violazione contrattuale rilevante. Di fatto è come se l’Inps avesse disconosciuto i contratti di lavoro provinciali sottoscritti dai rappresentanti e dai sindacati nel 2000”. Il presidente provinciale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, interviene ancora, dopo la conferenza stampa di sabato scorso, sulla vicenda dei controlli Inps che rischiano di mettere in ginocchio, e in via definitiva, numerose aziende agricole tra quelle presenti sul territorio ibleo. “Voglio precisare – prosegue Gambuzza – che l’Inps nel corso degli anni è stata sempre informata in modo formale e con puntualità dei contratti via via stipulati. A distanza di ben sette anni l’Inps inizia la sua campagna di controllo finalizzata alla verifica di tali contratti. L’istituto, pur riconoscendone la validità per quanto concerne l’adeguatezza del salario per il lavoratore, ne ha disconosciuto la vanità quale base imponibile previdenziale. Il tutto nonostante le pozioni diverse espresse dall’Inps nazionale e regionale”.
A questo punto cosa succede? L’Inps emette circa cinquecento verbali con i quali si intende, molto spesso, recuperare i benefici scaturenti dalla fiscalizzazione per gli oneri sociali del Mezzogiorno. E sono cifre elevatissime. Anche di svariati milioni di euro per una singola impresa agricola. “Ma perché – si chiede Gambuzza – l’Inps di Ragusa si accorge solo dopo sette anni che i contratti, secondo la propria interpretazione, non erano validi? L’istituto li aveva sul tavolo da molto tempo. Perché non li hanno contestati immediatamente, facendo in tal modo lievitare a dismisura le somme adesso dovute? Bastava inviare una nota alle parti stipulanti per chiarire ogni dubbio di interpretazione”. Evidente lo stato di agitazione che anima il comparto agricolo. “Gli agricoltori – conferma il presidente di Confagricoltura Ragusa – sono amareggiati e sentono tradita la propria buona fede. Ci troviamo oggi di fronte ad una situazione gravissima e da considerare con la massima responsabilità e sobrietà da parte di tutti. In gioco c’è la sopravvivenza di molte aziende agricole, di migliaia di lavoratori e di una grossa fetta della produzione lorda vendibile della nostra provincia”.
Se i provvedimenti dovessero diventare esecutivi, i toni della protesta non saranno lievi. “Purtroppo – conferma Gambuzza – la vicenda mette a rischio la coesione sociale del territorio. Sulle aziende agricole gravano queste cartelle esattoriali che compromettono il credito bancario, la possibilità di esibire il Durc, di accedere ai bandi del Prs e precludono tutte le politiche di sviluppo dell’intero settore. Riteniamo che tale vicenda stia compromettendo fin d’ora la leale concorrenza tra aziende stesse nel Ragusano, ma anche quella su scala regionale e meridionale”.
Controlli Inps, comparto in stato di agitazione. Il presidente Confagricoltura Gambuzza: “Se i provvedimenti diverranno esecutivi, i toni della protesta non saranno lievi”
- Luglio 21, 2010
- 11:54 am
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