Mi chiamo Giuseppe Traina e il mio nome figura alla trentanovesima posizione della graduatoria per l’assunzione stagionale di agenti di polizia municipale del comune di Ragusa. Il 19 luglio scorso, prima di pranzo, ricevevo la chiamata di un’impiegata del comune che m’invitava a presentarmi l’indomani alle otto del mattino per il prelievo di sangue e per la successiva visita medica preassuntiva presso l’ufficio del medico del lavoro giacché sarei potuto essere subito assunto. Fui puntualissimo al prelievo, ma dovetti subire una lunga attesa per la visita medica. Esito delle analisi: valori perfettamente nella norma. Esito della visita medica devastante: non idoneo per la mancanza di un solo centimetro dell’altezza di 165 centimetri richiesta dal bando di concorso. Nessuna tolleranza. Sulla mia carta d’identità è scritto che sono alto 165 centimetri e fino al devastante responso sapevo che la mia statura oscillava tra 165 e 166 centimetri. Il dilemma del centimetro mi ha portato a chiedere pareri e a consultare testi di scienza. Il parere preponderante è stato che la statura delle persone può variare anche di non pochi millimetri secondo i criteri di misurazione adottati e delle situazioni soggettive nel momento preciso della misurazione. In quanto, tra l’altro, fisiologicamente, sia il peso corporeo, che i pesi sollevati e la stessa forza di gravità tendono a schiacciare la colonna vertebrale, a diminuire lo spazio tra le vertebre e a comprimere le fibre muscolari, cosa che non avviene quando si riposa in quanto la colonna e i muscoli si distendono. Con l’aiuto di amici, ho cominciato a segnare il rilievo della mia statura su un muro di casa diverse volte durante il giorno (a piedi nudi in posizione di attenti, palmo delle mani che toccano il fianco delle cosce, capo eretto, piano orbito-auricolare orizzontale con l’occipite, dorsale della colonna vertebrale e talloni a contatto col muro, capelli esclusi) potendo costatare oscillazioni della statura che mi portano fino a 166 centimetri. Inviterei chiunque a fare la mia stessa prova.
Ora, tralasciando tutte le polemiche sullo svolgimento della prova selettiva del concorso e tralasciando il fatto che l’amministrazione ha deciso di assumere ugualmente i candidati inseriti in graduatoria nonostante nessuno abbia conseguito i 21 punti minimi previsti dal bando per l’assunzione, devo ritenere che chi mi ha rilasciato il documento d’identità non abbia verificato bene la mia statura? Devo ritenermi escluso dalla graduatoria per aver inconsapevolmente dichiarato una cosa non vera??? ma certificata sulla mia carta d’identità (statura 165 cm) nella domanda d’ammissione al concorso? O, considerato che un uomo non è fatto nè di legno né di ferro (tra l’altro materiali che subiscono dilatazioni), dovrebbe valutarsi diversamente quel centimetro che fa la differenza proprio in considerazione, anche, di una possibile oscillazione fisiologica?
Mi sembra assurda e illegittima la decisione di non assumere per l’unica ragione della sola differenza così “rilevata”di un solo centimetro dalla statura minima prescritta.
Occorre pure considerare che, in tema di previsione di statura minima nei concorsi per agenti di polizia municipale e sulla ragionevolezza del limite dell’altezza fisica, molti Tribunali Amministrativi Regionali, anche in tempi recentissimi, in linea con precedenti pronunce del Consiglio di Stato e alla luce dei principi costituzionali, hanno osservato ai sensi degli artt. 1 e 2 della legge 874/1986 e del comma 2 dell’art. 31 del d.lgs. 198/2006 che “ l’altezza delle persone non può costituire motivo alcuno di discriminazione per la partecipazione ai concorsi pubblici” ad eccezione delle ipotesi particolari tassativamente individuate ed elencate nel D.P.C.M. 411/1987 che non comprendono gli agenti di polizia municipale. Nulla riguardo alla statura minima, a prima vista, sembra pure esplicitamente previsto da regolamenti sull’ordinamento degli uffici e dei servizi del comune di Ragusa e, in ogni caso, nessuna valutazione di merito o previsione a livello regolamentare potrebbe contraddire quanto disposto dalla legge 874/1986.
In attesa di Vostro riscontro, profondamente amareggiato, sto considerando l’idea di consultare il mio legale di fiducia ai fini di valutare l’opportunità di eventuale ricorso per qualcosa che ritengo non giusta.
LETTERA APERTA al Sindaco e al Dirigente Gestione e Sviluppo Risorse Umane del comune di Ragusa: UN CENTIMETRO FA LA DIFFERENZA? Riceviamo e pubblichiamo
- Luglio 23, 2010
- 6:29 pm
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa