Modica. Preoccupazione in città per la serie di attentati incendiari

E’ indubbia la matrice dolosa dell’incendio che nella notte tra domenica e lunedì ha distrutto un’ambulanza dell’agenzia di pompe funebri San Pietro di proprietà del modicano Gino Puglisi. La polizia sta indagando a tutto spiano anche perchè a questo punto l’allarme che si sta creando in città per i ripetuti episodi incendiari esige da parte delle forze dell’ordine delle risposte. Da circa otto mesi, i soli incendi dolosi sono stati molteplici. In primo luogo, presi di mira cestelli e cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Andando indietro nelle settimane, emerge che lo scorso 21 maggio erano stati incendiati i cestelli di Via Pellico, il giorno dopo un’abitazione disabitata di Via Santa Sofia, il cinque ed il 16 giugno i cassonetti di Via Iozzia, il 16 giugno quelli di Via Correri, Via Tirella, Corso Mazzini e Viale della Costituzione, per continuare quando il 18 giugno le fiamme interessarono la vallata del Dirupo Rosso, a Modica Alta. Il due agosto ignoti avevano bruciato cassonetti in Via Carlo Papa e Via Risorgimento mentre due giorni dopo era toccato a quelli sistemati in due diverse aree di Via Nuova Sant’Antonio. Una situazione allarmante della quale qualche settimana fa si era interessato, preoccupato, il sindaco, Antonello Buscema, sollecitando le forze dell’ordine ad effettuare maggiori controlli. L’ultimo della serie, quello dell’ambulanza, è oltremodo grave anche perchè all’impresario lo scorso anno bruciarono altri tre veicoli di soccorso che si trovavano in sosta in altrettanti posti diversi. Qui le ipotesi sono molteplici ma una in particolare si deve scartare e ricondurrebbe al segretario provinciale dell’Udc, Giuseppe Lavima, che risiede, come il padre ed il fratello, nell’immobile che le fiamme hanno danneggiato. Lavima è anche primario all’Ospedale Busacca di Scicli, anche se le forze dell’ordine, come si diceva, escludono ogni ipotesi legata alle due diverse attività dell’esponente politico modicano, mentre è più avvalorabile che l’atto delinquenziali sia stato diretto contro Gino Puglisi

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