PUO’ UN PAESE CIVILE E DEMOCRATICO ANTEPORRE L’INTERESSE ECONOMICO AL RISPETTO DELLA PROPRIA STORIA E DELLA PROPRIA RELIGIONE? La riflessione di Giombattista Ballarò

Penso che a tutto ci debba essere un limite!
Ho avuto nel passato, molto da eccepire in ordine al fatto che il nostro governo tributasse onori ad un dittatore, come si trattasse del più democratico tra i capi di Stato del mondo, ma trovo insopportabile che in nome di convenienti rapporti commerciali tra due Paesi, si possa soprassedere a provocazioni come quelle esternate ieri, nella sua visita in Italia, dal colonnello Gheddafi.
Se la frase pronunciata dal leader libico, che tutta la stampa nazionale ha riportato, fosse vera, ovvero che la donna in Libia goda di maggior rispetto che in Italia, come può il nostro Presidente del Consiglio non smentirlo pubblicamente, sulla base del fatto che il mondo intero sa per certo non corrispondere a verità?
Come può il capo del nostro Governo non replicare all’affermazione del suo ospite, quando dichiara che nei prossimi decenni la religione prevalente in Europa,diventerà l’islamismo?
Essere ruffiani si può, se nella parte alta della scala dei nostri valori, poniamo l’interesse economico e le opportunità che alcuni rapporti possono rendere concreti, ma non penso che la nostra dignità di italiani non debba impedire al più potente o al più ricco del pianeta di affermare qualcosa che offende la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione.
Anche questi fatti, sono un segno tangibile dell’inadeguatezza dei nostri rappresentanti istituzionali, abilissimi molto spesso a discutere di lana caprina ed assolutamente incapaci di pretendere rispetto, perchè opportunisticamente protesi all’ottenimento “dell’affaire”, piuttosto che a valori molto più importanti.

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