A Modica la mostra “Guarda avanti”. Fino al 3 ottobre alla galleria Laveronica le opere di Francesco Lauretta.

Fino al 3 Ottobre la Galleria Laveronica arte contemporanea , a Modica, ospita Guarda avanti, e tutto ciò che ami svanirà, mostra personale di Francesco Lauretta a cura di Elio Grazioli. Una riflessione intensa dell’artista sullo stato dell’arte contemporanea oggi. Chi è l’artista. È un gallo da combattimento, dalle piume colorate. È la coscienza della società. È un megalomane senza arte n’è parte? La metafora del gallo/artista aggressivo in lotta è la cifra del pensiero di Lauretta. In effetti l’arte oggi scorre su linee sottilissime che sono le corde tese della contraddizione, dell’incertezza, della vanità estetica. Vale la pena di una lotta?

Francesco Lauretta si interroga. Interroga gli altri. Risponde e lo fa prediligendo la pittura. La sublima nella reticente volontà di esternare la durezza di ciò che davvero pensa. Forse non c’è più nulla da dire. Edulcorando la sensazione di smarrimento con la bellezza dell’immagine. Che rimanda alla sua scelta di guardare a modo suo, alla tradizione. Di restare distaccato, osservare. Da lontano. Quasi restandone fuori.

Elio Grazioli, il curatore, esprime con poche parole questo atteggiamento di Lauretta: “Guarda non con distacco ma sì un poco da fuori, come uno appunto arrivato a cose ampiamente avanzate e che vive l’imbarazzo di inserirsi nei discorsi altrui. Questo gli permette di pensare e di dire altro, nel momento in cui si inserisce. È l’importanza di questo che non è solo un “tono”, un “atteggiamento”. Quest’arte, letteratura, musica, carica di senso tutto quanto ha a disposizione, che usa con grande senso di responsabilità, non con specificità né con presunzione di rispecchiamento, bensì con penetrazione e partecipazione, cercando aspetti inediti dei temi che affronta, facendo risuonare metafore diverse, cercando timbri nuovi, rispondenti alla visione delle cose”.
Lauretta per fare questo usa la pittura dicevamo, nell’era dell’immagine cyber spaziale, dei video, del multimediale.

Arcaico senso della narrazione. O geniale senso della trasformazione. Del linguaggio, della forma, del medium, del colore. Risponde con opere che narrano storie senza storie. Anonimi personaggi e anonimi paesaggi. E che invece sono carichi di senso. Un senso che è la storia dell’uomo comune, spesso invisibile, ma che nella replica infiniti dei suoi gesti anonimi e quotidiani dà corpo al divenire. Luoghi e volti cari a Lauretta, che sono la sua memoria. Lui di Ispica conosce bene della sua terra lo smarrimento, il senso di invisibile sconfitta. Lo splendore portato come un mantello, I precipitati, in questo senso sono opere evocative. Alla fine del percorso un monito: “Uscite, uscite, stiamo chiudendo!”. Strano, una galleria che caccia via i visitatori. Potrebbe sembrare assurdo. E infatti lo è.

Oltre le parole, ingannevoli, si cela un richiamo a non lasciarsi appiattire, vincere, soffocare. Invito a restare comunque allerta. Pronti per uscire e andare altrove. Alla ricerca di una lotta per cui valga la pena di lottare.

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