Piano paesaggistico della Provincia di Ragusa. Modica, Torchi scrive al sindaco, a Garofalo e ai capigruppo

Tutte le categorie produttive di Modica, e con esse le organizzazioni di categoria, vivono con grande disagio il dibattito che si sta sviluppando, sia a livello locale che provinciale, in ordine alla ratifica da parte della Regione ed all’entrata in vigore del nuovo piano paesaggistico. La netta presa di posizione da parte del consiglio Comunale, che per voce dei rappresentanti di 4 gruppi, ha proposto un ordine del giorno in cui si lavori per la soppressione del piano, ed il contemporaneo, ma opposto, intervento dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali, Armao, che invece difende a spada tratta il piano e ne esclude qualsiasi modifica o emendamento, creano ancora più confusione nell’opinione pubblica e nella Città, in un alternarsi di informazioni che necessitano di chiarimenti rapidi ed assolutamente imprescindibili. L’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, ha scritto all’attuale  sindaco, Antonello Buscema, al presidente del consiglio comunale, Paolo Garofalo, ed ai capigruppo consiliari, sottolineando come non  possa  chiesta alla Città un’ adesione quasi fideistica al piano senza che le singole componenti della vita produttiva modicana, ma anche i semplici cittadini, tra i quali chi scrive, abbiano la possibilità di conoscere in maniera diffusa e completa il contenuto delle prescrizioni e le relative conseguenze sulle attività imprenditoriali e sulla vita dei cittadini. “In particolare – spiega Torchi –  sarebbe assolutamente importante che l’Amministrazione, ed in particolare il settore Urbanistica del Comune, possa fornire, a tutti, i dati in ordine a quante concessioni edilizie già autorizzate verrebbero meno con l’entrata in vigore del piano e quindi revocate; quante richieste di concessioni diverrebbero non più autorizzabili ed in quali aree; quale parte del territorio verrebbe colpita dal vincolo di in edificabilità assoluta e quale da quelli parziali; quanti e quali interventi di edilizia residenziale, agevolata e convenzionale, diverrebbero inattuabili; quali interventi, anche di ampliamento e sistemazione degli insediamenti rurali saranno ammissibili e quali no, ed infine, quale sarà l’incidenza stimata dei mancati introiti per l’Ente e per l’economia cittadina dopo l’entrata in vigore del piano, alla luce dei divieti e delle prescrizioni. Si tratta, a mio modesto avviso, di dati fondamentali per poter esprimere giudizi compiuti e non affrettati, per poter mettere tutti i cittadini, a prescindere dal loro ruolo, nelle condizioni di valutare ed assumere posizioni conseguenti. Per ottenere tale scopo invito quindi, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità, a voler prendere in considerazione l’idea di promuovere un’assemblea aperta a tutti in cui, il Sindaco esponga alla Città il piano, la sua estensione reale e gli obblighi e divieti che ne deriveranno, dando la possibilità a ciascun imprenditore, operatore economico e sociale, cittadino, rappresentante dell’associazionismo, di poter formulare le proprie osservazioni che potranno costituire parte integrante della futura posizione ufficiale dell’Ente”.

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