Ad maiora. Lettera a Peppe Drago..di Saro Cannizzaro

saro cannizzaro

Il 9 novembre 2010, nel momento in cui l’onorevole Peppe Drago si dimise da parlamentare prima della decisione della Commissione che doveva stabilire se sospenderlo dalle cariche politiche, mi era venuto spontaneo pubblicare, proprio su queste pagine, una lettera all’ex presidente della Regione Siciliana,

esprimendo, senza peli sulla lingua, i miei sentimenti nei suoi confronti. A distanza di quasi sei anni, i miei pensieri non erano mutati, per questo ho deciso di riproporre quella lettera aperta che è di seguito riportata.

Caro Peppe,
oggi forse è il momento giusto per parlarti apertamente poiché, allo stato sei fuori dai giochi, Dico questo perchè molti ti hanno sempre visto come una persona con tanta prosopopea, presuntuoso, distante, “tornacontista”. Nonostante io sia stato considerato da moltissimi uomini del tuo ex partito, l’UdC, un giornalista di “guasto”, voglio manifestarti tutta la mia solidarietà perchè sono convinto tu sia stato un politico che ha lavorato tanto per Modica, per Scicli(le due città nelle quali ti identifichi)e per la provincia di Ragusa intera come un rappresentante del popolo dovrebbe fare. Probabilmente anche tu non hai mai avuto grande simpatia nei miei confronti ma rispetto ad altri udiccini hai, però, avuto l’umiltà di non lasciarlo trasparire, almeno io non me ne sono accorto, nemmeno quando ho scritto di vicende giudiziarie che ti stanno interessando. Tu hai continuato a salutarmi cordialmente. Sono cose queste che la gente deve sapere poiché quello che ha “guastato” l’UdC sono stati atteggiamenti di altri che, essendo tu un leader, sono stati ricondotti anche alla tua persona. Oggi paghi di una condanna per una vicenda che molti altri tuoi predecessori alla Presidenza della Regione avevano praticato, rimanendo immuni, quella di non avere rendicontato sui fondi riservati. Leggevo una nota di Piero Torchi in cui diceva “Mi piacerebbe che quanti ti sono stati amici, quanti hanno beneficiato della tua azione politica, dei tuoi successi, anche se oggi hanno fatto altre scelte, avessero il coraggio di dire queste cose e di firmarsi con il loro nome e cognome”. Un passaggio che condivido. Negli ultimi anni ho subito di tutto da esponenti dell’UdC, finanche atteggiamenti che hanno sfiorato il mobbing ma, sai, io sono fortemente convinto che “Dio c’è” e col tempo ne ho avuto contezza perchè tutti questi oggi non rappresentano più nulla. Tu non sei mai stato così. Ad altre persone “sane” dell’UdC più volte ho espresso la stima che ho sempre nutrito verso di te e che continuerò a nutrire, nonostante persone a te vicine, o comunque, coinvolte nella vicenda giudiziaria denominata “Modica Bene” abbiano continuato, per interposta persona, ad inviarmi messaggi intimidatori. Ho tirato avanti senza mai dare sentenze ne su di te e nemmeno sugli altri indagati nonostante tutto. Ma di queste minacce sono certo, tu non saresti mai il mandante, perchè sei un uomo che ha saputo sempre accettare anche le notizie non positive che ti riguardavano(altri lo hanno fatto sistematicamente). Lunedì sera Roberto Saviano ha espresso un concetto sul giornalista ed in esso mi sono ritrovato: “c’è il giornalista che quando il giorno prima deve scrivere un pezzo, riflette se scriverlo o lasciare perdere, sapendo ciò che avrebbe rischiato l’indomani”. Io sono stato uno di questi ma ho scritto ed ho subito, mai, però, da te. Questo è il politico che ho apprezzato.
Ad maiora, Peppe

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