STUPORE E SGOMENTO IN PROVINCIA PER L’ARRESTO DEI 6 PENSIONATI, AUTORI DELLA VIOLENZA SESSUALE SU UNA 22 ENNE

Ha destato stupore in provincia l’arresto dei sei pensionati, di età compresa tra i 61 e gli 83 anni, con l’accusa di aver violentato ripetutamente una giovane di 22 anni, minorata psichica, di Scicli in provincia di Ragusa. Secondo il risultato delle indagini, i sei uomini avrebbero abusato più volte della ragazza, singolarmente o in gruppo, tra giugno e settembre dello scorso anno. Riuscendo a conquistare la fiducia della giovane, l’avrebbero costretta a rapporti sessuali consumati in automobile o in varie abitazioni, legata e bendata, minacciandola poi di ritorsioni se avesse rivelato a qualcuno l’accaduto.
Durante varie perquisizioni, i militari hanno raccolto numerosi reperti biologici, trasmessi al Ris di Messina per ulteriori controlli. Era stato uno degli anziani a far venire a galla la vicenda, tenuta nascosta dal riserbo delle indagini, vantandosi in un bar con gli amici della perquisizione domiciliare effettuata qualche mese fa nella sua abitazione dai militari, che non avevano rinvenuto nulla. Il vegliardo sventolava il documento, sghignazzando e parlando a voce alta, incurante delle orecchie indiscrete, vantandosi d’aver accompagnato alla porta i militari, senza che costoro avessero scoperto alcuna prova. Invece i Carabinieri qualcosa l´avevano trovata, visto che l’auto di uno dei quattro compagni di abusi era stata posta sotto sequestro. Oggi invece le sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Modica ed eseguite all´alba dai militari nelle rispettive abitazioni dei sei anziani. Una sorta di arancia meccanica in salsa geriatrica, con i sei anziani che, nonostante l’età avanzata, non avrebbero avuto nulla da invidiare ai delinquentelli in erba: pare di fatti che, dopo aver abusato della ragazza, l’avessero pure minacciata con un coltellaccio, promettendole serie ritorsioni se avesse aperto bocca. Sono stati gli assistenti sociali a subodorare il marcio, notando che la giovane si mostrava troppo chiusa in sé stessa, scoppiando spesso in lacrime senza apparente motivo. Un agghiacciante episodio di violenza a sfondo sessuale maturato in un ambiente di degrado sociale e per certi versi insospettabile. Una sorta di dejà vu che riporta alla mente l’operazione “Pollicino”, conclusasi con l’arresto di otto orchi in età, uno dei quali addirittura 83enne e tra i quali la madre della stessa vittima, che avrebbero abusato di una ragazzina che, all’epoca dei fatti verificatisi un anno prima, aveva 13 anni. Tutti si professarono innocenti. Secondo quanto emerso dalle indagini compiute dai carabinieri é stato il commerciante, , nel mese di giugno scorso, ad attirare la donna nel negozio e a guadagnarsi la sua fiducia. Poi però l’avrebbe legata e violentata. Successivamente l’uomo, non si sa se in cambio di somme di danaro, avrebbe coinvolto i cinque pensionati i quali, in macchina, o nelle rispettive abitazioni avrebbero più volte abusato della donna la quale sarebbe stata minacciata anche con un coltello perché non rivelassse nulla. Quando Pallavicino e tre dei cinque pensionati arrestati – Giovanni Borsa, 77 anni, Antonino Magro, 76 e Vincenzo Mirabella, 76 – decisero di stuprarla in gruppo in un casolare di contrada Lodderi, la giovane finì in ospedale dove i medici sospettando le violenze presentarono una denuncia. Le indagini hanno chiuso il cerchio intorno ai presunti responsabili: oltre a Pallavicino, Borsa, Magro e Mirabella, l’ordinanza di custodia ha colpito anche Antonino Fidone, 78 anni e Giovanni Trovato, 83 anni

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