Dedicata all’esame di due consulenti tecnici della Procura l’ultima udienza nel processo davanti al Tribunale di Caltagirone ai danni di sette persone (tra cui due ragusani) per l’incidente sul lavoro nel depuratore comunale di Mineo, avvenuto l’11 giugno del 2008, in cui morirono sei persone, tra cui i ragusani Salvatore Smecca e Salvatore Tumino, entrambi di 47 anni, dipendenti della ditta espurgo pozzi neri impegnata nel depuratore della cittadina etnea. Sia l’ingegnere Aiello dell’Arpa Catania che il dottor Perremuto dell’Arpa Ragusa hanno parlato, per circa sette ore, dei dispositivi di sicurezza nel depuratore di Mineo affermando che la struttura era dotata dei dispositivi di sicurezza come respiratori o imbracature, ma che nella zona dell’intervento non erano presenti. Nel processo i familiari delle vittime si sono costituiti parte civile. Tumino e Smecca sono rappresentati dagli avvocati Giuseppe Dimartino e Carmelo Di Paola. Tra gli imputati anche il titolare della ditta espurgo, Salvatore Carfì, ed il capo cantiere della ditta ragusana, Salvatore La Cognata, difesi entrambi dall’avvocato Gianluca Gulino. Sono accusati di omicidio colposo plurimo. La prossima udienza è in programma il primo febbraio.
L’incidente di Mineo, esaminati i consulnenti. Quel giorno morirono sei persone di cui due ragusani
- Gennaio 23, 2011
- 2:08 pm
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