Testimone ispicese non ricorda nulla ma conferma la sua firma. Nel processo “rischia” la falsa testimonianza

Rischia di essere incriminato per falsa testimonianza uno dei testi chiamati dal giudice onorario del Tribunale di Modica, Francesca Aprile, nel processo contro il rosolinese Sebastiano Iacono, che vede quale parte offesa, costituita in giudizio attraverso l’avv. Ignazio Galfo, l’ispicese Daniela C. Un giovane ventenne, Andrea L.B., durante l’interrogatorio del pubblico ministero, Diana Iemmolo, ha smentito di conoscere i fatti per i quali era stato convocata, tant’è che la pubblica accusa lo ha redarguito, minacciandolo di sottoporlo a procedimento, come del resto ha ribadito la parte civile. Tutto ciò perchè il giovane ha smentito finanche i contenuti di un verbale redatto dai carabinieri e firmato dallo stesso giovane che, invece, ha sostenuto di non sapere nulla nonostante abbia ammesso che la firma in calce era la sua. Il Got ha rinviato alla conclusione del processo, fissata per il prossimo 24 giugno, l’ipotesi di trasmettere gli atti alla Procura. Secondo l’accusa, l’imputato si sarebbe invaghito di un’amica della parte offesa e conoscendo quest’ultima(le due donne lavoravano insieme)pretendeva che facesse “passi” per facilitare l’inizio di un possibile rapporto o li facesse, almeno, incontrare. La parte lesa avrebbe messo le mani avanti comunicando all’imputato che l’amica era sposata e che, dunque, non avrebbe avallato questa situazione. Sta di fatto che la vicenda è sfociata in una denuncia. I fatti risalgono al 2008. Al rifiuto, Iacono avrebbe ripetutamente molestato le due donne e, addirittura, in qualche circostanza, si sarebbe portato con la sua auto sotto l’abitazione di Daniela C. profferendo minacce e brandendo dal finestrino un coltello, sia nei confronti dell’una che dell’altra. Il teste in questione era stato chiamato in causa per confermare o meno se una volta l’imputato gli avesse chiesto dove abitava la parte offesa.

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