“Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: ‘più in là’ ”E.Montale. Nella magnifica cornice della Sala del Palazzo del Mercato di Ispica sotto la sapiente guida di Daniela Fava si è parlato di Eugenio Montale. Pur sottolineando che “Il male di vivere” è stato il leit- motiv che ha accompagnato il poeta nello snodarsi della sua esistenza, l’intervento del relatore, Professore Domenico Pisana è stato orientato nel tentativo di poter individuare nella poetica montaliana influenze teologiche, e laddove possibile, parlare di un “animus religioso” in contrasto con autorevoli critici, fra i quali Giulio Ferroni, i quali hanno troppo esaltato la laicità e la razionalità, contrastando la possibilità di una presenza del “religioso e del divino”. “Non oserei parlare di mito nella mia poesia, ma c’è il desiderio di interrogare la vita”. Così si espresse Montale in un’intervista di Medeleine Graff-Santschi, pubblicata nel 1965 sulla Gazette de Lusanne, “E’ all’interno di questo interrogare la vita che la ratio montaliana aspira dunque a qualcosa che non riesce ad afferrare e spiegare; la sua è una ratio che non decifra il Mistero, ma che rivela il segno della sua Presenza in ogni esperienza umana” – afferma Pisana il quale ritorna sulla sua tesi sostenendo che – “A partire da Bufera e altro Montale si apre alla “Conoscenza” nel senso dell’esegesi biblica, e interpreta con più insistenza (ecco il perché del continuo nominare “Dio”) la dialettica tra umano e divino, tra il contingente e il necessario; la sua “ratio” non è più sicura di sé, fa un passo indietro rispetto alla poetica del “male di vivere”, per tentare di entrare nel segreto del Mistero e di coglierne i germi di salvezza”. La serata è stata allietata dalle note del maestro Giannino Amore e dalle letture di Daniela Fava e di Pietro Avveduto.
Modica. Al Sabato Letterario Quasimodo, si è parlato di Eugenio Montale
- Gennaio 26, 2011
- 3:02 pm
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