PROCESSO BABELE. DI SCENA I POLIZIOTTI: “LA DROGA ARRIVAVA DA MILANO

 Il processo "Babele" (traffico di sostanze stupefacenti a Vittoria e in provincia), per i sette imputati che hanno fatto ricorso al giudizio ordinario, entra nel vivo sia pure lentamente. Ieri mattina in tribunale (presidente Michele Ciarcià, a latere Guglielmo Trovato e Ivano Infarinato, pm Fabio Scavone) sono stati ascoltati due verbalizzanti della Polizia di Stato (Licitra e Sallemi) che, rispondendo alle domande del rappresentante della pubblica accusa, hanno ricostruito certi "movimenti" della organizzazione criminosa nel procurarsi la droga pesante, cocaina in particolare, che sovente veniva acquistata a Milano, raggiungendo in aereo il capoluogo lombardo e ritornando a Vittoria in treno; ciò allo scopo di non dare tanto nell’occhio. Quindi è stato affidato l’incarico peritale per le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Il processo è stato a quel punto rinviato al prossimo primo aprile per ascoltare altri verbalizzanti e quattro imputati di reato connesso. L’operazione "Babele" (da cui è derivato l’omonimo processo) venne condotta a buon fine dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile della questura e Commissariato di Ps di Vittoria) il 3 luglio del 2006 quando vennero eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catania, Dorotea Catena, su richiesta del sostituto procuratore della Dda, Fabio Scavone. Il reato? Associazione per delinquere finalizzata alla detenxcione e spaccio di sostanze stupefacenti. Al giudizio ordinario hanno fatto ricorso: Giuseppe Iacono (avv. Santino Garufi), Gaetano Abbate (avv . Santino Garufi), Turki Naoufal (avv. Clara Strada), Tarak Ben Braim (avv. Daniele Scrofani), Bouza Hikem (avv. Enrico Cultrone), Gabsi Wissem (avv.Salvatore Giardina), Makram Abderrazek.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa