Una lettera ai giudici, che il presidente del Collegio penale del Tribunale di Modica, Anton Giulio Maggiore, ha pubblicamente letto, rallenta il processo che celebra un presunto caso di violenza sessuale nel quale è imputato un modicano di 56 anni. La missiva è stata spedita dalla presunta parte offesa dalla Polonia, colei che aveva denunciato l’uomo, difeso dall’avvocato Fabio Borrometi, e che sembra affezionata alle lettere visto che proprio all’imputato ne ha inviate diverse e in alcune di essere avrebbe smentito le accuse. “Non sono in grado di sostenere economicamente il viaggio – ha scritto ai giudici la donna. Quando una volta sono venuta a Modica, il Tribunale non mi ha restituito i soldi del viaggio per cui chiedo che siano utilizzate le dichiarazioni che ho rilasciato il 18 luglio del 2009”. L’audizione della donna viene ritenuta interessante tanto che sia l’accusa che la difesa non intendono rinunciare. La donna, come ha sottolineato il magistrato, non si può portare coattivamente in Italia. Due, pertanto, sono le proposte: giudici e avvocati che si trasferiscono in Polonia oppure come ha suggerito Borrometi attivare la videoconferenza presso il Tribunale di Ragusa. Tutto sarà deciso il prossimo trenta marzo. Oltre che di violenza sessuale aggravata, l’imputato è accusato di violenza carnale aggravata, lesioni e violenza privata. L’accusatrice è la badante polacca Barbara Nowek. Con il 55enne sono coimputati anche S.F., una donna di 45 anni, che risponde di ingiurie, e M.R., 43 anni, che risponde di violenza privata, entrambi di Modica, difesi dall’avvocato Francesco Riccotti. Un processo scaturito dalla denuncia presentata dalla badante e dal convivente di quest’ultima, Marco Tumino, modicano, che si è costituito in giudizio attraverso l’avvocato Enrico Trantino. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero, Gaetano Scollo, nel mese di aprile del 2005, l’imputato aveva assunto la donna, per assistere l’anziano padre. Tumino, dal canto suo, sostiene che l’uomo un giorno avrebbe tentato l’approccio, fino a chiedere specificatamente un rapporto orale e, poi, completo alla badante. Nonostante il diniego della presunta vittima, l’indagato sarebbe riuscito, con la forza, a portare a compimento i suoi intenti. Dalle accuse mosse dalla donna, si sarebbe passati al coinvolgimento della quarantacinquenne, convivente dell’imputato. Quest’ultimo si sarebbe recato a casa delle due parti offese insieme all’amico quarantatreenne perpetrando la violenza privata.
Modica: La presunta parte offesa non si presenta al Tribunale. Frena processo su violenza sessuale dove imputato è un modicano
- Marzo 17, 2011
- 8:44 am
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