Drammatico gesto operaio albanese Aiello chiede convocazione Consiglio comunale straordinario “Rischiamo di diventare come Rosarno”

“Vittoria rischia di diventare come Rosarno, la cittadina calabra dove nel gennaio del 2010 scoppiò la rivolta degli immigrati?”. E’ l’interrogativo che l’on. Francesco Aiello, presidente di Azione democratica e candidato a sindaco di Vittoria, si pone e pone a tutta la città dopo il drammatico gesto dell’albanese che si è dato fuoco nella centralissima piazza del Popolo. “Un atto di grave e grande disperazione – dice Aiello – che questo migrante ha rivolto contro se stesso. E se la prossima volta, due, tre o una decina orientassero il proprio disagio altrove? E’ un problema che dobbiamo porci. Un problema che, prima o poi, rischia di venire fuori”. Intanto, l’on. Aiello ha chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio comunale perché si possa studiare una iniziativa per venire in soccorso alla famiglia del povero albanese. “Ma questa seduta dovrà anche servire – aggiunge – per tallonare l’Amministrazione comunale a definire un piano di emergenza contro la crisi, studiando un sistema per portare aiuto a tutte le famiglie della nostra città che non ce la fanno. Ecco a che cosa servono, in primo luogo, i fondi del Comune. L’evento drammatico dell’altra sera segnala una ennesima pericolosa frattura all’interno del tessuto economico e sociale della zona trasformata. L’economia serricola è al tracollo. Non tiene più. I costi tendono a salire mentre i prezzi crollano. La crisi si degrada e si incattivisce, salta il patto precario tra lavoratori immigrati e aziende. Così si verificano ritardi nei pagamenti e tensioni nelle campagne. E si registrano le prime vittime. Ricordiamo ancora con dolore quanto accadde nel marzo del 2009 quando l’imprenditore Giovanni Liguori decise di farla finita proprio per questi motivi. Un episodio che segnalava già la caduta dell’economia agricola a Vittoria. E le istituzioni dove sono? Cosa fanno? Ecco perché le campagne subiscono la pressione dei lavoratori disoccupati vittoriesi. Il rispetto della legalità è l’àncora della nostra salvezza. Il rispetto dei diritti, dei contratti salariali. Ma, nello stesso tempo, deve nascere una nuova politica agraria. Basta con i pannicelli caldi”.

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