“L’Asso 22 non è in ostaggio”. Il ministro Frattini: “Escludo questa ipotesi, il rimorchiatore sarebbe già scomparso dai radar.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini tende a escludere che l’Asso 22, il rimorchiatore di altura sequestrato da uomini armati nella mattinata di ieri nel porto di Tripoli, possa diventare “ostaggio” in mano libiche. “Non lo credo affatto”, ha detto Frattini rispondendo a una domanda nel corso di Radio Anch’io.

“Si sarebbero mossi in altro modo e il rimorchiatore sarebbe già scomparso dai radar. Il fatto che sia perfettamente visibile ai nostri radar, porta quindi il ministro a escludere questa ipotesi”. Al momento, ha riferito il ministro, continua il monitoraggio della rotta dell’Asso ventidue che si trova in acque libiche e che prosegue “con una navigazione poco chiara, avanti e indietro lungo le coste della Libia”.

Al momento il rimorchiatore è ormeggiato nel porto di Tripoli. Il comandante Luigi Chiavistelli è riuscito a chiamare sua moglie: “Sto bene, non ti preoccupare”. Una telefonata durata pochi minuti, piena di emozione. “Mio marito mi ha riferito che tutto l’equipaggio sta bene – ha spiegato Maria Chiavistelli -, ha detto anche gli hanno restituito il telefono cellulare e che ora potrà chiamarci. Non sa la situazione come si evolverà ma mi ha ribadito più volte di stare tranquilla”. La signora Maria, a Gaeta, da giorni aspettava notizie di suo marito: “E’ quasi la fine di un incubo. Quando l’ho sentito al telefono sono scoppiata a piangere”.

“Ho sentito mio figlio al telefono poco prima di mezzogiorno solo per pochi minuti, giusto il tempo per dirmi che sta bene e di tranquillizzare tutti sulle condizioni di salute degli altri uomini dell’equipaggio”. Lo ha detto all’Ansa Salvatore Arena, padre di Antonino, uno dei tre marittimi di Pozzallo imbarcati sul rimorchiatore Asso 22, che oggi si trova di nuovo nel porto di Tripoli dopo essere stato bloccato da militari libici.

“Mio figlio – ha aggiunto Arena – ha tenuto a precisare che i sequestratori si sono comportati bene, senza ricorrere alle maniere forti. Ho chiesto qual è la situazione sul rimorchiatore ed Antonino è stato esplicito: ‘Papà, stai tranquillo perché stiamo tutti bene'”.

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