La morte di un giovane di origini modicane ad Agrigento. I periti di parte civile: “Chance di sopravvivenza del 70 per cento”

“Le lesioni riportate da Vincenzo Rigoli, sia a livello addominale che toracico-polmonare, se tempestivamente ed opportunamente trattate, avrebbero consentito, senza forma alcuna di dubbio, chance di sopravvivenza nell’ordine del 70 per cento”. I periti di parte civile, Paolo Procaccianti e Nello Grassi dell’Università di Palermo, hanno smontato la perizia del consulent tecnico d’ufficio, Giuseppe Ragazzi, il medico legale che eseguì l’autopsia sulla salma di Vincenzo Rigoli, il giovane di Agrigento ma di origini modicane, deceduto per choc emorragico nella notte fra il 16 e il 17 dicembre del 2012, a seguito di un incidente stradale avvenuto in Contrada Gasena, quando alla guida di una Citroen C 3 si schiantò contro un guard rail. Nel processo, davanti al giudice monocratico del Tribunale agrigentino, Maria Alessandra Tedde, sono accusati di omicidio colposo, i medici Salvatore Napolitano e Sergio Sutera Sardo, che ebbero in cura il giovane all’interno della sala operatoria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

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